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CITAZIONE (Pablito50 @ 13/8/2013, 16:41) CITAZIONE (bronzew. @ 3/9/2012, 13:29) visto che si era parlato di antropologia fisica , questo è uno studio piuttosto recente (2010) che più o meno conferma quelli precedenti , si nota una discontinuità fra gli i crani della prima età del bronzo (comparsa brachimorfi) rispetto ai crani paleolitici/neolitici/calcolitici. Craniofacial morphometric variation and the biological history of the peopling of Sardinia. www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20979998"The results showed the tendency to progressive differentiation between Sardinian groups and peninsular Italian groups, with the possible exception of a discontinuity showed by the Bonnànaro (Early Bronze Age) Sardinian sample" Questo gruppo di discussione mi appare estremamente interessante. In particolare la citazione di questo ultimo lavoro al quale ha partecipato anche Elsa Pacciani, antropologa fisica che conosco personalmente, e della quale conosco anche la qualità dell’ottimo lavoro svolto a Firenze. È evidente che nell’antichità la gente viaggiava molto più di quanto si pensasse. Ad esempio il fatto che in Scandinavia si trovi del rame sardo ne è una riprova. La domanda è: quanto questo fenomeno può aver modificato il fenotipo delle popolazioni presenti in diversi territori? Credo che non sia necessaria una guerra, ma una semplice imponente migrazione in grado di soppiantare una popolazione che sta cedendo di fronte ad un altro fattore, magari ambientale, ad esempio una malattia diffusa o un avvelenamento massivo dovuto a nuove abitudini ambientali/alimentari. È la stessa ragione per la quale una popolazione con crani particolarmente allungati è scomparsa da Malta in breve tempo assieme alle loro le capacità tecnologiche e architetturali. Anche lì è particolarmente evidente che nelle sepolture le caratteristiche fenotipiche della popolazione cambiano. Esattamente come nel lavoro della Pacciani riguardo la Sardegna. Se poi c’è stata una guerra, tutto è opinabile, ma nessuna civiltà può facilmente scomparire se prima non è già crollata al suo interno, casomai si fonde con i suoi conquistatori. E allora il fenotipo può mutare, ma non scomparire radicalmente il genotipo. Almeno che non si prenda in considerazione l’idea che quella popolazione sia stata sterminata totalmente. Secondo G.Ugas (L'alba dei Nuraghi (2005)), la scomparsa dei popolosi villaggi della precedente cultura Monte Claro (2400-2100 a.C.) può in qualche modo essere stata causata da possibili eventi bellici da mettere in relazione con l'avvento dei portatori del campaniforme dall'esterno (in un primo momento dal Sud della Francia e poi dall'Europa centrale secondo F. Lo Schiavo - Mondo dell'archeologia -Italia preromana , Sardegna (2004)). E' probabile che queste popolazioni fossero state a loro volta costrette ad emigrare nelle isole mediterranee per sfuggire al clima di violenza che si avvertiva in quell'epoca nel continente Anche nell'Italia continentale il campaniforme si sovrappone alle più antiche culture di Remedello e del Rinaldone , quanto questa sovrapposizione sia stata pacifica o no è da approfondire.. Interessante notare come l'avvicinamento fra i campioni scheletrici sardi e quelli della penisola nel bronzo antico (perlomeno mi è parso di capire questo dall'abstract) corrisponda da un punto di vista temporale/cronologico alle similitudini osservate fra le ceramiche Bonnanaro e quelle poladiane (entrambe culture di probabile derivazione campaniforme) Edited by bronzew. - 10/9/2013, 21:56
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