Ostraka - Forum di archeologia

Posts written by Guglielmo da Baskervill

view post Posted: 9/1/2014, 10:58 Rame sardo nel Bronzo scandinavo - Archeologia della Sardegna
Adesso travisi tu.

Non ho detto che gli scambi indiretti siano una strana ipotesi. Ho semmai detto che tutte le altre ipotesinon sono fantarcheologia . Lo dico non per perorare insane fantasie ma per tenere la mente aperta a tutte le ipotesi, giacchè ne il commercio diretto ne il commercio indiretto sono al momento dimostrati, anche se tu la dai pressochè per scontata.

per me nulla è mai scontato.

mi spiace dirlo ma tendi a porre il cappello della fantarcheologia in modo affrettato e preventivo, come se facessi la profilassi di una epidemia.

Per me nessuna ipotesi è portatrice sana di vaiolo. aspettiamo e si vedrà -_-
view post Posted: 5/1/2014, 11:04 Rame sardo nel Bronzo scandinavo - Archeologia della Sardegna
CITAZIONE (Mario_A @ 4/1/2014, 18:00) 
Si può solo ipotizzare compatibilmente con queste informazioni.

Sì, scusa, ho letto con maggiore attenzione i tuoi precedenti messaggi e ti sei spiegato benissimo, pure in precedenza. Sono stato io a non capire perfettamente perchè avevo focalizzato l'attenzione sull'argomento Imperial-miceneo di Massinissa. :P

Come detto sopra io preferisco astenermi da qualsiasi ipotesi.

Quella del commercio tra intermediari, fino a quando non sarà trovato rame sardo presso i presunti intermediari (quali siano, anche questo non so immaginarlo)

Mi domando cosa accadrà mai, se tale rame sardo non fosse mai individuato presso le comunità argariche, toscane e del midì francese del Bronzo Medio: tutte queste comunità disponevano del loro rame, che io sappia. Non è un ostacolo insormontabile visto che proprio la Sardegna nel bronzo recente-finale importava per chissà quale strana ragione rame da Cipro. pur disponendo del suo.

Ma se non si individuano scorte aggiuntive di rame sardo presso i popoli predetti, la probabilità che essi volessero acquistare rame sardo vendendo qualche altro loro bene, si abbassa, e con essa l'esistenza di intermediari.

Infine, sarò un eretico fantarcheologo ma personalmente non sento puzza di zolfo nell'immaginare alcuni sardi spingersi verso la Svezia, ne viceversa se mai si dovessero trovare manufatti svedesi in Sardegna.

Bisogna "costruire" ipotesi compatibilmente coi dati di cui si dispone, come dici te, ma senza sottovalutare aprioristicamente le capacità di mobilità, dimostrate dalla stessa archeologia, perchè si è preoccupati dall'insano impeto dei fantarcheologi: altrimenti si crea solo un clichè. :P

allo stato dei fatti e delle prove per me è tutto possibile.

volevo scrivere: compresa Quella del commercio tra intermediari, fino a quando non sarà trovato rame sardo presso i presunti intermediari (quali siano, anche questo non so immaginarlo)
view post Posted: 5/1/2014, 10:03 Rame sardo nel Bronzo scandinavo - Archeologia della Sardegna
CITAZIONE (Mario_A @ 11/8/2013, 23:34) 
Il rame sardo doveva essere trasportato via mare almeno fino alle coste della penisola italiana. Mi chiedo chi effettuasse a quei tempi la traversata (Micenei, Fenici, gli stessi Sardi?). Certamente non voglio fare ipotesi estreme che immagino verranno fatte in certi ambienti a limite della fantarcheologia non appena arrivera' la notizia di questo studio.

Poiché non v'erano Fenici, Micenei in Sardegna, al tempo dell'esportazione di rame in Svezia, a poter effettuare la traversata per chissà dove rimangono solo i nuragici.
view post Posted: 4/1/2014, 14:11 Trenette limone e lavanda - Ricette
:P come vi ho lasciato vi ritrovo: sempre spadellando! ;) buon anno dceq :cheers.gif:
view post Posted: 4/1/2014, 14:07 Rame sardo nel Bronzo scandinavo - Archeologia della Sardegna
CITAZIONE (Mario_A @ 4/1/2014, 12:42) 
Come anche proposto nell'articolo, non si trattava di uno scambio diretto, ma attraverso intermediari.

certo, è l'ipotesi più plausibile, anche se non è affatto certa. ma non penso che tali intermiedari impiegassero 4 o 5 secoli per concretizzare lo scambio. Quindi per convalidarla non dovrei ritrovare ambra negli strati del XVII secolo a.c.?

CITAZIONE
Presumo che i Sardi dell'Età del Bronzo non conoscessero gli antichi Scandinavi e viceversa.

questo chi lo sa...siamo agli inizi di questo filone di ricerca. Neppure il tempo di assaporare la scoperta che già fissiamo paletti?
E' famoso il caso di quell'inumato italico (se ben ricordo) sepolto a Stone Henge. Si sottovala costantemente la mobilità degli antichi

CITAZIONE
L'ambra era senz'altro il bene offerto dagli Scandinavi in cambio del rame sardo agli intermediari finali, questi poi usavano l'ambra oppure un'altra merce di scambio per acquistare il rame dagli intermediari successivi e cosi' via. Come discusso nel lavoro svedese, siamo solo a livello ipotetico, perchè non sappiamo attraverso quali vie e quali mediatori il rame estratto nella Sardegna centrale venisse trasportato fino in Scandinavia durante l'Età del Bronzo.

va bene che siamo a livello ipotetico. ma è corretto poter giustificare un commercio del XVII secolo a.C., con uno del XI a.C.?

solo questo è il mio appunto.

Non dico che così non avvenne: me ne guardo bene. come detto sopra, i secoli del bronzo medio in sardegna sono oscuri, l'immagine del mondo nuragico è generalmente schiacciata al primo ferro-bronzo finale, mentre, ci sfuggono importantissimi aspetti dei secoli precedenti.

Faccio notare che se l'ipotesi del commercio di rame tra svezia e sardegna fosse dipesa, esclusivamente, dalle indagini nei siti sardi, o avremmo parlato dii potesi al limite della fantarcheologia o ben che andasse, avremmo datato tale commercio al bronzo finale primo ferro: proprio considerando le ambre baltiche; pertanto considero ancor meno giustificabile spiegare in tal modo il commercio di rame al XVII secolo.

ovviamente non so indicare una spiegazione alternativa :P

scusate ho commesso qualche errore di battitura e non solo ma non riesco a modificare il messaggio... :huh:
view post Posted: 2/1/2014, 11:05 SOL INVICTUS - Di tutto un po'...
auguroni pure da me! e buon pro vi faccia!

Prosit!
:cheers.gif:

:woot_jump.gif:
view post Posted: 2/1/2014, 11:03 Elmi con le corna - Archeologia - Sezione generica
Tra tutte le inesattezze affermate sulla civiltà nuragica, sui Bronzetti che non sarebbero nuragici, sul fatto che questi non sarebbero fabbricabili se non grazie al ferro, che sarebbero stati importati da altri, ve ne è una che non è stata confutata dagli altri partecipanti alla discussione.

Il culto delle acque si praticava in sardegna almeno dalla fase più matura del Bronzo Medio, come attesta la fonte sacra di Mitza pidighi
http://www.comune.solarussa.or.it/communit...Quaderni_17.pdf

CITAZIONE
Nel
corpo principale
a ferro di cavallo, già indagato nel 1994, è stata
colmata la cavità presente
al fondo del vano interno; il piano di calpestio è
stato ricostituito con una massicciata di piccoli c
iot-
toli e con un elemento sporadico della canaletta. L
a parete di fondo del vano, che costituisce l’unica
struttura isodoma dell’edificio, è strettamente con
catenata con le murature poligonali dell’abside e
delle fiancate laterali, e insieme ad esse compone
il nucleo originario del monumento che i materiali
recuperati all’esterno consentono di riportare alla
fase tarda del Bronzo Medio

:P sul resto non voglio entrare per carità di Zio.. :P di nuovo buon 2014
view post Posted: 2/1/2014, 10:57 Rame sardo nel Bronzo scandinavo - Archeologia della Sardegna
CITAZIONE (massinissa @ 13/8/2013, 00:03) 
Vogliamo parlare di armi rinvenute in Sardegna di provenienza iberica?...

Rileggendo i post, colgo l'occasione per rispondere a leda su una cosa da lei detta: hai ragione nel dire che i fenici non compaiono sulle nostre coste ( e anche in Sardegna) prima del X-IX sec. a.C. I commerci e i contatti con il Mediterraneo dall'età del bronzo medio-recente in poi, erano totalmente controllati dalla potenza micenea che nel momento di massima espansione arrivano anche a toccare, per l'Italia, l'attuale regione marchigiana. Al culmine di questa potenza, si registra addirittura una koinè micenea una sorta di "globalizzazione" dei prodotti che coinvolgono non solo le aree peninsulari del Mare Nostrum, ma anche l'Egitto per esempio. I ciprioti, assoggettati a questa realtà sono solo degli accompagnatori dei commercianti micenei e pur dando importantissimi contributi a livello materiale e tecnologico restano per così dire in ombra. Solo dopo la caduta della potenza micenea, i ciprioti possono apparire con più evidenza sullo scenario commerciale del Mediterraneo. I fenici dunque, per tornare al discorso, fanno parte dei protagonisti della successiva età del ferro. E in Sardegna, se ne registra la presenza dal IX sec. in poi.

Un'ultima cosa: sempre per i llingotti (da distinguere in ben quattro categorie), si pensa non tanto ad un loro valore monetale o pre-monetale, ma piuttosto a valori ponderali usati (date le dimensioni e il peso non indifferenti) negli scambi dei prodotti che ripeto in massima parte arrivano dall'Egeo o come materiali prodotti in loco, o indirettamente offerti dai micenei (perline in pasta vitrea di provenienza egizia ecc.).


Se interessati per una lettura del periodo e in particolare sulla questione dei prodotti in metallo: Fulvia Lo Schiavo "Archaeometallurgy in Sardinia", 2005 con riedizione aggiornata del 2010 0 2011 non ricordo bene . G. Lilliu "La civiltà dei Sardi, dal paleolitico all'età dei nuraghi", riedizione aggiornata e ampliata del 2002.

.

Saluti a tutti voi, e buon 2014! :cheers.gif:

... volevo riloggarmi proprio per commentare con voi l'interessantissima notizia, ma vedo che ci ha già pensato il buon Massinissa sempre attento ai mal di testa di Sardegna :P

Tolto che non sono d'accordo con Massinissa con l'immagine dei Micenei come superpotenza e che non ono poi nemmeno tanto sicuro della presenza fenicia nel IX secolo in Sardegna se non come mera frequentazione e commercio, vorrei rimarcare che gli autori della ricerca datano il commercio del rame sardo al XVII-XVI secolo a.C.

Si tratta di una datazione che stravolge gli assunti fin qui costruiti da Fulvia Lo Schiavo, in primis ma pure da altri sulle capacità metallurgiche nuragiche. F. Lo Schiavo a cui vanno numerosi meriti è sostenitrice di una piena e matura produttività metallurgica in Sardegna solo nel periodo dei rapporti tra Nuragici e Ciprioti. La stessa coltivazione delle miniere sarde, secodo la studiosa prese il volo solo con i rapporti ciprioti di cui tuttavia registra l'assenza sull'Isola sarda. Altri, addirittura sostenevano o sostengono, che i Nuragici (nonostante alcuni rinveniemtni di mazze e lucerne nuragiche in miniere sarde) non sapessero estrarre rame dalle miniere (Bartoloni) adducendo tale incapacità come motivo delle mportazioni del rame cipriota.

ora quanto detto sopra andrebbe rivisto e, a mio modesto avviso, bisognerebbe ammettere finalmente che, della metallurgia del bronzo antico, medio ed anche recente, non si conosce granchè a causa dello stravlgimento dei contesti culturali nuragici (funerari e templari) già per opera degli stessi Nuragici.

Del bronzo antico si conoscono appena 15 spade di tipologia Iroxi. al bronzo medio appartengono appena 10 daghe di ispirazine italiana. l'unica spada certamente databile al bronzo recente (oltre alle centinaia di spade votive) è una Allerona-naue II frammentata. ma per i suddetti periodi sono altresì molto carenti le attestazioni di utensili: tolto qualche deposito di asce a margini rialzati che per morfologia sono accostabili ai tipi più antichi della Toscana non c'è altro per il bronzo medio. Nonostante l'intensa attività scultorea e architettonica che a mio parere presuppone l'utilizzo di scalpelli in metallo, non abbiamo scalpelli riferibili al bronzo medio. Se solo pensiamo al fatto che al bronzo medio appartengono ben 132 tombe isodome perfettamente scolpite concio per concio, che nulla hanno da invidiare ai più bei pozzi sacri, il dato risalta in tutta la sua assurdità o falsità.

tutta la metallurgia nuragica è praticamente schiacciata al bronzo finale, primo ferro e ferro II. Questa scoperta impone qundi una riconsiderazione, almeno di quelle stratrigrafie del bronzo medio e recente a cui si sovrappngono quelle del bronzo finale-primo ferro: il che per la Sardegna nuragica è la norma essendo i templi costantamente utilizzati e ristrutturati per tutto l'arco di viat della cultura nuragica, essendo la civiltà nuragica priva di tombe singole, ma solo di tombe collettive nelle quali vigeva la regola della assenza di corredo e di norma utilizzate, costantemente, dal bronzo medio al bronzo finale, essendo pure i villaggi costantemente abitati e ristrutturati ed il metallo quasi senza dubbio, riciclato.

Dimenticavo: l'ambra non penso possa essere indicata come la merce di scambio del rame sardo giunto in Svezia. . i ritrovati di ambra, estremamente numerosi in tutta l'Isola sono per adesso datati al Bronzo finale-Primo Ferro, in quanto è in tale periodo che la si data nei complessi santuariali della sardegna nuragica, mntre come detto sopra L'import di rame sardo in Svezia raggiunge il picco nel primo perido del Bronzo Medio per poi, apparentemente, cessare.

Ma qui si ritorna al discorso di sopra. Pur avendo, tutti santuari nuragici, una fase definita di precedente frequentazione (indicata da rare e fuori posto armi, e fibule ceramiche), l'archeologia riesce a leggere e documentare in qualche modo solo la fase del bronzo finale e primo ferro
view post Posted: 21/7/2013, 09:08 Quando i Miti tornano... - Archeologia della Grecia Classica
CITAZIONE (Usékar @ 20/7/2013, 17:08) 
Forse un disegno almeno parziale della ricostruzione di uno dei guerrieri lo vedi nella seconda immagine qui
www.sybrita.org/StoriaRicerca/StoriaRicerca.html

Se clicchi sull'immagine del vaso presente nell'articolo del corriere da te indirizzato,

non si vede una mazza, stavo p roprio cercando l'articolo proprio per avere dei disegni, e magari confronti con i vasi con le scene di epoca classica :P mi sa che mando una racomandata alla'DAgata..:D
view post Posted: 20/7/2013, 14:50 Quando i Miti tornano... - Archeologia della Grecia Classica
Sono giorni che cerco immagini del vaso e questi articoli senza frutto alcuno! :P

D’Agata A.L. forthcoming, Let the warriors dance: A figured crater from Thronos/Kephala (ancient Sybrita) and the representation of male dancing groups on Crete during the Dark Ages, in K. Soar ed., Archaeological approaches to dance performance (15th Annual Meeting of the European Association of Archaeologists, 15th-20th September 2009, Riva del Garda, Trento, Italy), Oxford, Archaeopress.
D’Agata A.L. forthcoming, The power of images. A figured krater from Thronos Kephala (ancient Sybrita) and the process of polis formation in west-central Crete, SMEA 52, 2010.

Sì Perseo, ho copiato ma con licenza poetica :P

Dceq ho ricevuto, provvedo quanto prima, un attimo di pazienza... :wacko:
view post Posted: 20/7/2013, 08:17 Quando i Miti tornano... - Archeologia della Grecia Classica
In verità so molto poco del reperto in oggetto. Si tratta di un cratere decorato con una scena di ballo. La particolarità è data dai protagonisti delle danze, si tratta infatti di guerrieri, cosa che autorizza il collegamento con la Pyrriché o Pyrhyiche


Qui si trova una bella rassegna di fonti ed alcune riproduzioni di scene vascolari antiche, che dovrebbero riferirso alle danze armate in questione:
http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roma...*/Saltatio.html
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...ur%C3%A8tes.jpg

Sui Coribanti e lal oro danza:
https://en.wikipedia.org/wiki/Korybantes




D'agata riporta:
CITAZIONE
Nel 2002 a Creta, nello scavo dell’insediamento sulla collina della Kephala, alle propaggini occidentali del massiccio dello Psiloriti e all’interno del territorio della futura città greca e romana di Sybrita, è stato scoperto un cratere fittile decorato con la più antica scena di danza armata, in Grecia, che si data al X secolo a.C. e la cui pubblicazione scientifica è appena apparsa su una rivista specializzata del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il vaso è un manufatto rivoluzionario che consente di trascinare indietro di alcuni secoli, ben prima di Omero e della nascita della polis nel corso dell’VIII secolo a.C., l’origine della danza armata, pratica sociale tra le più importanti della Grecia antica.

La regione dello Psiloriti è la provincia aspra e impervia di Creta che include anche ilmonte Ida, la vetta più alta dell’isola. Proprio qui la mitologia greca ha collocato la nascita e l’infanzia di Zeus, custodito dai Cureti in una grotta inaccessibile nella quale il fragore creato dai loro scudi avrebbe nascosto i vagiti del bimbo al padre Cronos che lo voleva divorare. Qui l’archeologia moderna ha individuato il santuario in grotta dell’antro Ideo, identificato dagli antichi come culla di Zeus e unico santuario pancretese che l’isola abbia mai avuto.


Il cratere fittile della danza armata è stato ritrovato all’estremità occidentale dell’insediamento sulla Kephala nel vano principale dell’Edificio 3. Contesto e natura degli oggetti associati al cratere fanno intendere che il vaso fosse stato usato in un ambito elitario e, data la sua complessa rappresentazione figurata, al momento senza confronti, deve essere stato prodotto su commissione per un evento specifico che includeva certo un banchetto: un evento che, possiamo immaginare, a livello locale sia rimasto memorabile. Sul vaso di Sybrita sono dipinti tre guerrieri in armi che a differenza delle raffigurazioni note tra XII e VIII secolo a.C. non sono rappresentati in processione o nell’atto di combattere ma con le braccia sollevate e le palme aperte in atto di danzare. Accanto a loro, una lira e un cimbalo o timpano, strumento musicale simile a uno scudo, alludono all’accompagnamento musicale che doveva scandire la danza dei guerrieri.

sottolineo anche questo passo:
CITAZIONE
La scena rappresentata sul vaso della danza armata è un indizio importante del fatto che nell’insediamento sulla Kephala, a due secoli di distanza dal collasso delle strutture statali dell’età del Bronzo, una comunità socialmente e politicamente articolata aveva nuovamente preso forma sotto la guida di corpi privilegiati che si connotavano come guerrieri, che gestivano l’attività di culto ufficiale ed erano interessati alla propria autorappresentazione. Se dunque il cratere è la forma simbolo del banchetto, la scena di danza armata codifica i modi in cui un gruppo della comunità di Sybrita assegnò a se stesso il privilegio dell’iniziazione maschile, celebrandolo, forse per la prima volta, con una cerimonia che deve aver incluso anche un banchetto.

La regione di Kephala oltre al sito nei pressi del villaggio di Thronos, è ricca di insorgenze
www.sybrita.org/Bibliografia/bibliografia.html




Questo passo infine mi riporta ad una vecchia discussione sui Crateri e la loro funzione e valenza religiosa, intrattenuta con quell'Infedele di Perseo: :P
CITAZIONE
Il vaso può essere considerato l’espressione iconografica e rituale di quell’istituzione che consentiva alla società locale di assicurare la propria continuità, e che avrebbe dominato la forma peculiare di polis che si sarebbe sviluppata a Creta: un sistema basato su gruppi di età in cui l’appartenenza familiare e il legame con il clan ricopriva il ruolo più importante.
In tal senso il cratere di Sybrita sembra esprimere un ideale di mascolinità che va oltre la celebrazione dell’abilità fisica e sostiene la formazione di una «leadership» in grado di assicurare la permanenza al vertice di uno specifico gruppo familiare.

http://lettura.corriere.it/i-guerrieri-ome...prima-di-omero/

P.s. Dceq, ho eliminato l'articolo integrale ma ho lasciato le citazioni fondamentali riportando alla fonte, i diriritti di autore sono rispettati.

Edited by DedaloNur - 21/7/2013, 10:06
view post Posted: 18/6/2013, 10:48 Salve :) - Presentazioni
CITAZIONE (Paolos19 @ 18/6/2013, 11:30) 
CITAZIONE (DedaloNur @ 18/6/2013, 11:18) 
Sano realismo. Ai miei tempi, durante la mia breve esperienza nella facoltà di archeologia tenni in considerazione la cosa, notavo come funzionava il principio del Santo in Paradiso (ho ancora impressi i nutriti codazzi di ansimanti studenti e non, che attorniavano i Prof...) e cambiai: non ne sono affatto pentito.

Posso chiederti per cosa hai cambiato?

Certo, Legge.

non sono rose e fiori neppure lì, come pure altrove e persino nelle più rinomate facoltà, però...pian pianino qualcosa puoi costruire. Non lasciare fisioterapia per legge :P

non ho mai avuto il pallino della matematica e delle materie scientifico-tecniche : altrimenti posso dirti che sarei andato decisamente su quest'ultime, in particolare su "informatica".

La passione per la storia e l'archeologia certo bruciano ancora, rimarrò un hobbista, anche se il termine mi piace poco, uno che fa bassa manovalanza negli scavi quando può, l'unica cosa che mi interessa è avere abbastanza tempo per leggere e studiare.

Domandati se a te tutto ciò non basterebbe e perchè, oppure, se non potrebbe bastarti almeno momentaneamente di modo d'avere una professione spendibile nel mercato del lavoro , che a sua volta, ti garantisca di coltivare a latere l'archeologia, per poi, magari anche laurearti e perseguire i tuoi obiettivi da una posizione più sicura e di forza, invece che da una posizione di debolezza, esposta a ricatti e meschinerie.

Ciao e perdona la mia iniezione di pessimismo, ma ho sentito il bisogno di esprimerti il mio punto di vista di modo da soppesare al meglio una scelta così difficile e cruciale per il tuo avvenire.
view post Posted: 18/6/2013, 10:18 Salve :) - Presentazioni
CITAZIONE (Righel @ 18/6/2013, 11:03) 
No.
A meno di conoscere qualche Santo in Paradiso

Sano realismo. Ai miei tempi, durante la mia breve esperienza nella facoltà di archeologia tenni in considerazione la cosa, notavo come funzionava il principio del Santo in Paradiso (ho ancora impressi i nutriti codazzi di ansimanti studenti e non, che attorniavano i Prof...) e cambiai: non ne sono affatto pentito.

Una passione per me non vale una vita a raccattare un qualche incarico, soprattutto se sono costretto a passare dalla porta del "lecchinaggio" e della raccomandazione.

Ci saranno senz'altro eccezioni al principio, ma sono appunto eccezioni.

L'Italia non è un paese per laureati, ancor meno lo è per laureati in materie umanistiche, e ancor meno ancora lo è per archeologi, anche se ne avrebbe bisogno.
view post Posted: 18/6/2013, 10:13 Auguri, Dceg! - Di tutto un po'...
Dceq sono ancora in tempo per porgerti i miei più sinceri auguri di buon compleanno? :P
view post Posted: 14/5/2013, 08:26 European Journal of Archaeology: the Seulo Caves Project - Archeologia della Sardegna
un paragone per il rito magico (?) di età neolitica presso Seulo, proviene "direttamente" dalla "religiosità" dell'uomo di Neanderthal:

CITAZIONE
È opinione ormai acquisita che, secondo le credenze dei popoli preistorici, il cervello costituiva la "sede dell'anima"; si riteneva dunque di poter acquisire l'elemento "spirituale" e la "potenza" del defunto divorandone il cervello. Se una tale pratica sembra alludere ad un rito "magico" piuttosto che squisitamente "religioso", non è illecito supporre che l'anima della vittima trasmigrasse nel corpo di chi si cibava ritualmente del suo cervello e fosse destinata a consolidarne lo spirito originario; inoltre il cranio, considerato fonte di "potere", costituiva un importante oggetto di culto.

Tuttavia, ai fini della nostra indagine, sembra assumere particolare rilievo la deposizione del cranio neanderthaliano del Circeo in una zona "recondita" della grotta succitata; una zona intenzionalmente delimitata da un cerchio di pietre destinate a proteggere il cranio conservato a scopo rituale 1S.

Una tale delimitazione sembra corrispondere perfettamente ai canoni dettati dal concetto di spazio sacro di cui abbiamo fatto cenno precedentemente, canoni osservati anche in epoche successive. L'uso di delimitare con pietre porzioni di terreno destinate ad accogliere sepolture è riscontrabile anche nel Mesolitico (10.000 a.C. circa)16; in questo periodo sono inoltre rilevabili tracce delle succitate pratiche di cannibalismo rituale

cit. I segni del sacro presso i primitivi
828 replies since 27/9/2010