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| Buongiorno Enrico! Allora, tu avendo fatto già la triennale in lettere classiche, o per lo meno la stai finendo, puoi trovare il corso di archeologia, da quanto so, nelle più grandi università italiane. Io studio alla Sapienza di Roma, che, fino a un anno fa, quando insegnava ancora il Professor Lippolis, aveva un collegamento diretto con la Scuola Archeologica di Atene. Purtroppo il Professor Lippolis è venuto a mancare, ma in ogni caso il livello è davvero molto alto, siamo infatti primi al mondo in Scienze dell'antichità e sia la parte classica del corso, che la parte orientale, ha tutti professori molto molto bravi e competenti. Per quanto riguarda l'ambito filologico-linguistico, quando uno parla di archeologia immagina solo un lavoro soprattutto molto pratico e poco "intellettuale", quando invece non è vero: l'archeologia si serve di tutta una serie di specializzazioni che la completano, come botanica e biologia per l'archeobotanica, medicina forense per lo studio delle ossa e l'ambito filologico-linguistico per lo studio delle epigrafi (queste sono solo alcune); anzi, sarai moto più avvantaggiato, perchè unisci la tua anima filologica all'anima dell'archeologo, quando invece, normalmente, su uno scavo, c'è l'archeologo per scavare e il filologo per interpretare e tradurre le epigrafi. Ti allego la risposta che scrissi per un'altro ragazzo, tuo compatriota, su come è formata la nostra università, così grosso modo ti fai un'idea molto grossolana, te lo metto nello spoiler così non appesantisce la lunghezza del messaggio. CITAZIONE ...Quando decisi di fare archeologia, ero molto combattuto, soprattutto perchè c'è sempre la domanda "Ma si riesce a trovare lavoro come archeologo? Posso fare quello per cui ho studiato, oppure devo farlo diventare un semplice hobby?". Ovviamente, l'archeologo, non è un lavoro a tempo pieno, se così si può dire: gli scavi sono soprattutto in determinati periodi dell'anno e sono suscettibili alle intemperie (se piove, non si può scavare, perchè è difficilissimo e inutile scavare il fango, non capiresti la stratigrafia e potresti rovinare il lavoro di un'intera settimana); ma è anche vero che non c'è il solo lavoro da campo, c'è la catalogazione dei reperti che sono stati trovati, che molte volte, oserei dire spesso, dura il doppio, se non il triplo dello scavo stesso (soprattutto se ti ritrovi con coleghi di scavo che raccattano ogni santa cosa, nonostante, in linea di massima, di solito non si prendi "ogni oggetto che entra nel naso", perchè sono difficili da catalogare e inutili ai fini diagnostici [poi vabbè, se trovi altri pezzi li tieni, ci mancherebbe, tutto dipende dalla situazione in cui ti trovi]), quindi, il tempo che non si impiega a scavare, si impiega a catalogare. Poi, non pensare all'archeologia come una materia chiusa, che non si avvali di diversi altri ambiti lavorativi: c'è tutta la parte paleobotanica, tutta la parte forense, lo studio delle ossa, poi c'è l'archeologia sperimentale; ti interesserà sapere che c'è anche una branca dell'archeologia, l'archeologia cognitiva, che studia il pensiero e i simbolismi delle antiche civiltà, poi c'è anche un po' di antropologia: per esempio, noi di triennale, al terzo anno studiamo antropologia culturale, un esame e un corso affascinantissimo, quest'anno incentrato soprattutto sui tabù e i dogmi che abbiamo nella nostra cultura occidentale, come sono nati e come si sono protratti fino a noi. Il corso di scienze archeologiche (e anche di archeologia alla magistrale), ti da la possibilità, fin da subito, di specializzarti in un determinato ambito: ci sono, prima di tutto, due macroaree; archeologia classica e orientale. L'archeologia classica studia, ovviamente, tutta la parte archeologica occidentale e greca e si divide in sotto-gruppi: archeologia romana e/o greca, epigrafia romana e/o greca, archeologia medievale e archeologia preistorica; poi vabbè, ci sono sottocategorie delle sottocategorie, ma ti confonderei soltanto. Archeologia orientale, che frequento io, invece è ancora più settoriale: ci sono archeologia orientale pura, ovvero lo studio storico e archeologico di tutte le culture vicino orientale e come venivano a contatto tra di loro, ovviamente egittologia, archeologia fenicio-punica, archeologia delle province romane, archeologia dell'Asia centrale, archeologia dell'India, archeologia islamica, preistoria e protostoria del vicino oriente. Per quanto riguarda gli scavi, entra nell'ordine delle idee che sono cantieri a tutti gli effetti; sei al contatto con attrezzi pericolosi, come picconi, vanghe, zappe, seghe elettriche (utilizzate solo da persone adatte, ci mancherebbe), gli stessi picchetti che delimitano lo scavo sono pericolosi, perchè certee volte non sono abbastanza evidenziati e ci puoi inciampare. È un lavoro faticosissimo e si lavora dalle 5 alle 8 ore al giorno, sotto al sole, però se ti allontani un po' per stare all'ombra e per riposarti nessuno ti dirà niente, sei pur sempre uno studente, mica un servo della gleba. Non ti preoccupare se hai paura di non poter affrontare gli esami di magistrale pensando che ti manchi la base di triennale, molte volte i professori ti fanno volentieri dei programmi ad hoc; ho un mio amico, di magistrale, che veniva da lettere e traduzione moderne, in meno di sei mesi riuscì a recuperare un intero triennio, quindi non è qualcosa di impossibile o di estremamente faticoso. Per quanto riguarda i tuoi interessi, avrai tranquillamente modo di studiarli perchè esistono proprio dei corsi a parte, io sono uno studente di archeologia orientale, quindi mi intendo di più di Preistoria e Protostoria del Vicino Oriente, un bell'esame, che va dal Periodo Preceramico Neolitico A (PPNA), circa 12000 anni fa, fino alla nascita delle prime città propriamente dette, che poi si ricollega a Storia del Vicino Oriente, che è il suo corso successivo dal punto di vista cronologico. Spero di esserti stato d'aiuto! per qualsiasi cosa, chiedi pure! Un abbraccio!
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